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Mostrando entradas de febrero, 2013

Red

¡Ay! ©  Maria Nefeli Panetsos

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cada temblor de tu voz. cada vez que mis manos se escapan. cada día que vuelan  desaparecen, lejos de tu orilla, hacia un deseo una esperanza recorre mis dedos los tuyos. corre, recorre, sigue pensando en tu futuro. un hilo de sangre cuelga de tus labios. belleza y latidos, ojos que se besan, que se desean y desvanecen. se escapan persiguiendo la lejanía. siempre, siempre entre mis venas entre tus sonrisas hielo que arde, fuego que apaga un chico grita, chilla de dolor. Te quieren.   un lago se quiebra, el lago, una mano aparece. la esperanza, una esperanza, mis deseos, siempre, siempre lo sientes. Desapareces. Narcisos nacen de tu llanto. vuelan en tu comisura, rosas, muchas rosas fluyen pálidas y marfílicas. Me quieres y chillas, rompes pétalos de hielo, rosas van ardiendo. veinte besos arrancas, los degollas y me sonríes, me absorbes en tus instintos.

L'inizio di un qualcosa di nuovo

La rutine. Questo sarà il mio presente passato. Un presente che in pochi passi, in pochi secondi, diventerà un passato solitario, senza padrone. Un passato che non sarà né anteriore a nessun presente né anteriore a nessun futuro. Cammino. Penso a quel povero passato che non si sa come andrà a finire, cosa diventerà. Me ecco che l’orologio impaziente mi avvisa che non c’è tempo per pensare a cose superflue: ma il mio passato non lo è. Le dieci meno dieci. Un bel mattino, temperatura gradevole e clima non soffocante; si vede che non sono l’unico che la pensa così. Il giorno sa cos’è l’essere schiavi della noia: giorno e notte, un’ora dopo l’altra, un secolo dopo un’altro. Noia. Il tempo e la noia. Lo sa che cos’è che io desidero fare e vorrebbe anche lui poter camminare a fianco a me. Ma com’è che la penso io? Se lo sapessi non avrei bisogno di questo momento, di quest’ultima passeggiata. So soltanto un’unica cosa che mi ha fatto sempre riflettere: questa non è la mia vita, me